📌 Bocciata la riforma costituzionale proposta dall’estrema destra in #Cile. Per la seconda volta in due anni i cileni rifiutano l’adozione di una nuova #Costituzione, resterà quella elaborata nel corso della dittatura militare di Augusto #Pinochet.
Il documento proposto per sostituire la Costituzione riprendeva alcuni principi già presenti nell’attuale Carta, ma introduceva novità ancora più radicali: nessun riferimento alle popolazioni indigene, passi indietro sui diritti delle donne, privatizzazione dell’istruzione, della sanità e delle pensioni. Motivi per cui il testo della riforma era considerato problematico dall’opinione pubblica.
Il "no" al referendum ha vinto con oltre il 55% delle preferenze. Dopo la bocciatura di quello di settembre 2022 – quando la popolazione aveva rifiutato con il 61,9% dei voti la proposta elaborata dalla Convenzione costituzionale a maggioranza progressista – i cileni hanno decretato il fallimento anche della proposta di Carta elaborata dal Consiglio costituzionale a maggioranza di destra.
Il presidente cileno, Gabriel #Boric, dopo l’esito del voto ha dichiarato che il suo governo non effettuerà un terzo tentativo di cambiare la Costituzione, dicendo che ci sono altre priorità.
Il voto chiude un turbolento periodo della storia cilena recente lungo 1.500 giorni e – come già annunciato da tutte le forze politiche del Paese – non ci sarà un nuovo processo costituente. Il comitato per il "Sì" ha riconosciuto immediatamente la sconfitta.
Quando lo scrutinio non aveva ancora raggiunto un terzo delle sezioni, il senatore dell’Unione democratica indipendente (Udi), Javier Macaya, in una breve dichiarazione ha affermato che "i cileni sono stanchi del dibattito sul processo costituzionale. Discorso chiuso. Tutti vogliono superare questa fase e dedicarsi alle necessità della popolazione. Andiamo a dormire tranquilli".
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