BOLOGNA (ITALPRESS) – Costruire un nuovo futuro. Ripensando le città, per renderle più vivibili e inclusive, e migliorando cura e assistenza delle persone, mettendo la scienza al servizio dell’uomo. Attraverso la ricerca, potenziata dalla capacità di calcolo e analisi di un numero enorme di dati e dalla realtà aumentata, già utilizzata nella chirurgia di precisione. La Data Valley e Il distretto della salute dell’Emilia-Romagna incontrano l’ecosistema di Boston, hub mondiale dell’innovazione e della ricerca in sanità. Per rafforzare la collaborazione nei settori delle tecnologie sanitarie e della scienza della vita. Consolidando quella già avviate un anno fa con il Bridging Innovation Program Digital Health, il progetto di internazionalizzazione promosso dalla Regione in collaborazione con Art-Er, al quale hanno partecipato dieci realtà emiliano-romagnole, tra imprese e centri di ricerca. Fra questi ultimi, il Centro interdipartimentale di ricerca industriale, scienze della vita e tecnologie per la salute (Ciri) dell’Università di Bologna e l’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori “Dino Amadori” di Meldola (FC). Una realtà attorno alla quale costruire una cornice istituzionale più forte, come dimostrano gli incontri che a Boston il presidente Stefano Bonaccini ha avuto prima con la vicegovernatrice dello Stato del Massachussetts, Karyn Polito, poi con la sindaca Michelle Wu, nella terza giornata della missione istituzionale negli Usa. Con lui la Console generale d’Italia a Boston, Federica Sereni. “La gestione dei Big data e la capacità di supercalcolo è alla base di numerose importanti applicazioni pratiche che riguardano direttamente la vita delle persone e delle nostre comunità: dalla sanità all’ambiente, dai processi produttivi alla logistica, la mobilità e i tempi delle città. Uno degli strumenti per affrontare le grandi sfide del futuro e costruire uno sviluppo più equo e sostenibile – ha affermato il presidente Bonaccini -. Oggi qui a Boston rendiamo ancora più forte il nostro impegno in questa direzione, consolidando il rapporto fra due delle aree più avanzate nel contesto internazionale, già meta di precedenti missioni regionali. E mettendo al centro la ricerca, l’innovazione e la conoscenza, asset strategici della Data Valley emiliano-romagnola. Per far crescere la nostra economia, il buon lavoro e le nostre comunità, insieme alle università, a strutture sanitarie all’avanguardia e alla collaborazione con imprese innovative. Ma anche al servizio del Paese. Nella nostra regione, infatti, al Tecnopolo di Bologna si concentrerà l’20% della capacità di supercalcolo europea e l’80% di quella italiana”. Individuare soluzioni innovative per creare città più inclusive, utilizzando un approccio critico e multidisciplinare e partendo dalle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale e dai Big Data. Temi di stretta attualità che sono stati al centro dell’incontro al MIT Senseable City Laboratory, il laboratorio digitale del gruppo City Design and Development del Massachusetts Institute of Technology, creato nel 2004 dall’architetto Carlo Ratti, dove lavorano team di fisici, informatici, designer, comunicatori e diverse altre professionalità. Tra i più recenti progetti, uno studio sull’utilizzo degli spazi urbani s Stoccolma da parte della cittadinanza, prima e dopo la pandemia da Covid-19, ma sono stati approfonditi anche quelli realizzati su Bologna: uno sulla distribuzione dell’irradiazione solare nelle diverse zone della città, mappa poi incrociata con i consumi di energia residenziale per verificare l’eventuale autosufficienza energetica attraverso impianti di energia pulita; il secondo sull’installazione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche a partire dalla reale domanda di consumo energetico ricavata sempre dall’analisi dei Big data.
foto: ufficio stampa Regione Emilia-Romagna
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