Banche: Unimpresa, prestiti aziende crollati di 40 miliardi in ultimi 12 mesi
Il rapporto sul credito relativo all'ultimo anno. Calano gli impieghi al settore privato al ritmo di oltre 3 miliardi al mese. In controtendenza, salgono i mutui (+4,9 miliardi) e il credito al consumo (+7,1 miliardi). Giù le sofferenze, scese a quota 120 miliardi (-30%).
Il vicepresidente Pucci: "Dopo il Qe di Draghi, il buio. La situazione è grave e potrebbe peggiorare con la fine delle misure straordinarie della Bce".
Strada sbarrata per le imprese italiane in banca: i prestiti alle aziende, nel corso dell’ultimo anno, sono calati di 40 miliardi di euro (-4,89%) nonostante l’aumento di 3 miliardi dei finanziamenti a medio termine. A pesare sul calo è la diminuzione di 22 miliardi dei finanziamenti a breve e di 20 miliardi di quelli di lungo periodo. In aumento di 1,5 miliardi, invece, i prestiti alle famiglie, spinti dal credito al consumo (+7,1 miliardi) e dai mutui (+4,9 miliardi), comparti che hanno compensato il pesante calo registrato sul fronte dei prestiti personali (-10,5 miliardi). In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di oltre 38 miliardi, passando da 1.360 miliardi a 1.322 miliardi: in media oltre 3 miliardi al mese tagliati ad aziende e cittadini. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale negli ultimi 12 mesi, da ottobre 2017 a ottobre 2018, le rate non pagate (sofferenze) sono calate: nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione di oltre 53 miliardi (-30,62%) da 173 miliardi a 120 miliardi. “Siamo preoccupati: dopo il quantitative easing di Mario Draghi, vediamo solo il buio. La situazione in banca, per le imprese italiane, è già grave e potrebbe peggiorare ulteriormente, da gennaio, quando termineranno le misure straordinarie di politica monetaria attuate dalla Banca centrale europea. E poi ci sono l
Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, il totale dei prestiti al settore privato è calato nell’arco dell’ultimo anno, da ottobre 2017 a ottobre 2018, di 38,7 miliardi (-2,85%) passando dai 1.360,9 miliardi di ottobre 2017 ai 1.322,2 miliardi di ottobre 2018. Nel dettaglio, è calato di 40,3 miliardi (-5,51%) lo stock di finanziamenti alle imprese passati da 732,2 miliardi a 691,9 miliardi: in particolare, sono calati di 22,5 miliardi (-9,28%) da 242,6 miliardi a 220,08
Per quanto riguarda i prestiti non rimborsati, si registra un rilevante calo delle sofferenze lorde, diminuite in totale di 53,2 miliardi (-30,62%) dai 173,7 miliardi di ottobre 2017 ai 120,5 miliardi di ottobre 2018. Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti è passato dal 12,77% al 9,12%. Sono calate di 39,9 miliardi (-32,79%) le rate non pagate dalle aziende, scese da 121,8 miliardi a 81,8 miliardi; in diminuzione di 8,6 miliardi (-25,30%) anche i crediti deteriorati riconducibili alle famiglie, passati da 34,2 miliardi a 25,5 miliardi e continuano a calare anche quelli legati alle imprese familiari, scesi da 14,2 miliardi a 10,5 miliardi, in contrazione di 3,6 miliardi (-25,83%); risultano in diminuzione di quasi 1 miliardo (-26,60%) anche le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni, dei fondi e delle onlus, passate da 3,4 miliardi a 2,5 miliardi. Il totale delle sofferenze nette, ovvero quelle non coperte direttamente da garanzie, è diminuito di 27,6 miliardi (-41,89%) da 65,8 miliardi a 38,2 miliardi. Il rapporto tra sofferenze nette e prestiti è passato dal 4,84% al 2,90%.