La dichiarazione del padre di #Saman #Abbass prima della sentenza di #ergastolo

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La dichiarazione del padre di #Saman #Abbass prima della sentenza di #ergastolo

La dichiarazione del padre di #Saman #Abbass prima della sentenza di #ergastolo
Pubblicato il Dicembre 20, 2023

📌 Arriva la sentenza al processo per l’omicidio di #Saman #Abbas. I giudici della corte d’Assise del tribunale di Reggio Emilia si sono pronunciati e hanno deciso di condannare all’ergastolo i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen.

Condannato a 14 anni lo zio Danish Hasnain, mentre sono stati assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq, di cui è stata ordinata l’immediata liberazione.

Nessun risarcimento al fratello e al fidanzato di Saman, costituiti entrambi parte civile nel processo. Risarcimenti sono stati invece concessi alle associazioni sulla violenza contro le donne (25mila euro ciascuno), a quelle islamiche (10mila euro), all’Unione Comuni bassa reggiana (30mila) e al Comune di Novellara (50mila).

La 18enne di origini pachistane e residente a #Novellara (Reggio Emilia) era sparita nella primavera del 2021, dopo essersi opposta a un matrimonio forzato, ed è stata trovata morta nel novembre 2022.

Il primo maggio 2021, il giorno dopo il delitto, i genitori erano volati in Pakistan. I primi a essere individuati sono stati gli altri tre parenti, fuggiti in Europa tra Francia e Spagna: il cugino Ikram Ijaz, poi lo zio Danish Hasnain, 22 settembre, a Nord di Parigi, e quindi l’altro cugino, Nomanhulaq Nomanhulaq, a febbraio 2022, a Barcellona.

Il padre è stato arrestato a novembre di un anno fa, e proprio pochi giorni dopo lo zio, dal carcere, ha deciso di indicare dove era stato sepolto il corpo della nipote. Poi dopo decine di rinvii, quando il processo era già iniziato, è arrivato anche un risultato mai registrato in precedenza: l’estradizione di un cittadino pachistano concessa dal suo Paese all’Italia. A inizio settembre Shabbar è stato consegnato ai carabinieri. La moglie Nazia rimane l’unica latitante.

La decisione del tribunale è arrivata dopo cinque ore di camera di consiglio. Prima, Shabbar Abbas, padre di Saman, ha reso delle dichiarazioni spontanee e parlando in italiano ha dichiarato: "Era il mio cuore, il mio sangue (…) Non ammazzo i figli, non sono un animale (…) Vorrei capire anch’io chi l’ha ammazzata, chi è venuto a prenderla quella sera. La mia vita adesso è piangere sempre, mia figlia non c’è più, mia figlia è morta".

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