BOLOGNA (ITALPRESS) – Veri e propri giganti della natura, testimoni silenziosi di epoche lontane arrivati fino a noi. Esemplari unici per caratteristiche morfologiche come la circonferenza del tronco, l’altezza, lo sviluppo dei rami e della chioma, ma anche la rarità botanica, la particolare collocazione nel paesaggio e il legame con avvenimenti storici e culturali.
La Regione Emilia-Romagna rafforza la tutela degli alberi monumentali regionali e lo fa con un progetto di legge approvato nell’ultima seduta dalla Giunta, che in questo modo aggiorna una precedente legge del 1977, in linea con la disciplina nazionale.
Tra le novità del testo, che ribadisce l’intangibilità di questi esemplari: l’istituzione di un elenco regionale, di una banca-dati georeferenziata, di una Zona di protezione dell’albero (Zpa) di almeno 10 metri di raggio, l’obbligo di recepimento dei vincoli di tutela negli strumenti urbanistici dei Comuni e nei regolamenti degli Enti parco, il rafforzamento delle attività di comunicazione e di informazione.
Il testo porta in capo alla Regione la gestione di questi alberi – compresa l’autorizzazione degli interventi che dovessero essere necessari a tutela della pubblica incolumità – e stanzia un plafond di risorse di quasi 600 mila euro per il triennio 2023-2025. Finanziamenti che serviranno a sostenere, attraverso appositi bandi, gli interventi di cura sia da parte di enti pubblici che di privati cittadini.
Ma non solo: con il nuovo progetto vengono per la prima volta individuati – e tutelati – i boschi vetusti, quei boschi, cioè, che da almeno 40 anni non sono stati oggetto dell’intervento umano e che per questo presentano caratteristiche naturalistiche e di biodiversità di particolare valore.
“Nel 1977 la Regione Emilia-Romagna è stata pioniera nella protezione degli alberi monumentali”, sottolinea l’assessora regionale ai Parchi e forestazione, Barbara Lori. “Oggi confermiamo e rafforziamo – prosegue – la nostra attenzione per questi esemplari che rappresentano un vero e proprio bene comune di grande interesse sul piano ambientale, paesaggistico e storico”.
“Vogliamo dare continuità e regolarità – aggiunge – all’attività di gestione, in linea con le più avanzate conoscenze dell’arboricoltura, una disciplina che in questi anni ha fatto passi da gigante. E vogliamo valorizzare questi esemplari sul piano comunicativo, consapevoli che possono rappresentare anche un importante traino turistico per i territori appenninici. Non meno importante la scelta di definire i criteri per individuare e tutelare sia gli alberi monumentali che i boschi vetusti, anche questi una preziosa risorsa sul piano della biodiversità per l’intera comunità regionale”.
Singoli, in filare o in gruppo. Sono 600 gli alberi monumentali presenti in Emilia-Romagna, di cui 102 sono anche alberi monumentali d’Italia. Ma altri sono in lista di attesa per fare il loro ingresso nell’elenco regionale. Chiunque può, infatti, comunicare alla Regione alberi ritenuti meritevoli di tutela. Non solo Comuni ed Enti territoriali, ma anche privati, associazioni, scuole grazie ad una scheda disponibile on line nella quale indicare, oltre al tipo di pianta e alla sua localizzazione, anche le caratteristiche salienti, allegando la relativa documentazione fotografica.
La ripartizione per provincia vede Bologna con 162 alberi monumentali, Piacenza con 37, Parma con 32, Reggio Emilia con 90, Modena con 108. In provincia di Forlì-Cesena sono 51, in quella di Ravenna 61, mentre nel Riminese e nel Ferrarese sono rispettivamente 36 e 20.
Tantissime le specie rappresentate: platani, pioppi, faggi, gelsi, cedri, cipressi, castagni, tigli, aceri, olmi. E ancora: pini, ippocastani, frassini e tassi. Su tutti svettano però le querce con 360 esemplari complessivi.
– Foto: Ufficio stampa Regione Emilia-Romagna –
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